Rammarico per il ritiro anticipato della processione

“Questa processione non s’ha da fare!”: ci verrebbe da dire così se pensassimo con esattezza alle ultime due rappresentazioni della Processione del Giovedì Santo nella nostra Marsala.
Lo scorso anno, contrariamente alle direttive del vescovo, che aveva suggerito agli attori di attenersi al copione, Gesù e gli apostoli hanno recitato il “Padre Nostro” senza consenso e per questo furono allontanati. Da lì le numerose polemiche che sono arrivate fino all’inizio della scorsa settimana, quel momento dell’anno in cui si pensa a fare un confronto tra le rappresentazioni passate e quella a cui si sta per assistere.
Ma neanche tempo di dimenticare la “disavventura degli apostoli” che, anche quest’anno, si è abbattuta una “bufera” sulla sacra rappresentazione della Passione di Cristo: una bufera, stavolta, vera e propria!
La processione stava percorrendo le strade cittadine da poche ore quando il cielo si è coperto e ha iniziato a piovere, da lì la decisione di ritirarsi nella Chiesa di Sant’Anna dove, poco tempo dopo, è stato annunciato che la stessa non sarebbe più uscita.
A quel punto si è diffusa tra la gente molta delusione, tra i bambini che magari aspettavano di vederla per la prima volta o tra i tanti che ogni anno vengono da lontano per assistere a questo momento che per noi marsalesi, ogni anno, resta tra i pochi appuntamenti fissi.
E ci si chiede: ma nel 2016, con le tecnologie a nostra disposizione, non era prevedibile una perturbazione? Non si potevano trovare delle soluzioni meno drastiche?
Ironia della sorte dopo non troppo tempo dalla comunicazione del ritiro della processione il cielo è tornato azzurro.
La rabbia viene, ancora una volta, per la mancanza adeguata di organiz-zazione, perché nessuno ha il coraggio o la voglia di prendersi le proprie responsabilità, di metterci la faccia una volta per tutte.
La rabbia viene per tutti quei bambini che sono rimasti ad aspettare di assistere ad un evento di cui avevano tanto sentito parlare dai nonni, la rabbia viene per tutti noi che anche quest’anno abbiamo perso un altro anno.

di Cecilia Catalano

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