Aldo Rodriquez: “Confermo, a gran voce, il mio parere favorevole, affinché l’ANPI abbia una sede simbolica all’interno di Palazzo VII Aprile”

In un momento storico contraddistinto dall’enorme disgregazione politica, ritengo necessario fare un passaggio indietro e ricordare a molti di noi quanto siano stati importanti gli anni delle Resistenza. La Resistenza italiana si inquadra nel più vasto movimento di opposizione al nazifascismo sviluppatosi in Europa.
Il movimento di Resistenza è animato da forze eterogenee, diverse tra loro per orientamento politico e impostazione ideologica, unite tuttavia dal comune obiettivo di lotta contro il nazifascismo, per la liberazione del paese dal nemico straniero e da quello interno.
Per questo è fondamentale sottolineare l’unicità di quel periodo. Si è assistito ad una presa di coscienza da parte dei partiti italiani che, unitamente con forza, si sono opposti al nazifascismo.
Hanno partecipato alla lotta militari e civili, persone di ogni età, censo, sesso, religione, provenienza geografica e politica. La Resistenza è stata guidata da personalità di spicco dell’antifascismo, che hanno avversato e combattuto il regime durante tutto il ventennio, spesso pagando con il carcere, il confino, l’esilio.
La Resistenza è stata opposizione civile, spesso disarmata, ma fondamentale nel suo affiancarsi alla Resistenza militare.
Quando si parla di Resistenza, dunque, non ci si può limitare al ricordo dell’esperienza bellica dell’antifascismo: senz’altro è stata il frutto di mesi di guerriglia, di resistenza attiva e passiva condotta eroicamente, di cui la popolazione europea fu coraggiosamente capace, ma non è stata solo questo.
Il fascismo non ha soltanto rappresentato una deviazione dello stato nazionale da cui pensiamo di esserci liberati e contro cui i partigiani si sono armati: è stato il frutto dell’oppressione di interi popoli divisi, è stato l’annientamento della cultura della diversità e della pace, ha rappresentato il tentativo di sottomettere l’Europa sotto un giogo totalitario.
La vera forza del fascismo è derivata così dall’incapacità delle forze e delle istituzioni democratiche nazionali di risolvere i problemi di fondo della politica interna e della politica internazionale, di garantire cioè l’espansione economica e la sicurezza, anche sociale, dei propri cittadini.
Eppure l’Europa non si è ancora davvero unita e rimane tutt’ora in balìa delle degenerazioni politiche che già una volta la portarono al fascismo. Da quando la Costituzione italiana è entrata in vigore, crediamo di aver messo al sicuro il nostro sistema democratico. Dobbiamo comprendere invece che esso non rappresenta un valore assoluto, ma un processo per cui occorre continuamente lottare affinché non crolli.
Come rappresentante del popolo in un organo istituzionale, espressione della democrazia e della Costituzione Italiana, mi rammarico per la mancata assegnazione di un locale presso il Palazzo VII Aprile, da adibire a Museo Storico dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia).
Il mio voto favorevole alla richiesta dell’Associazione per il tramite del suo rappresentante Dott. Pino NILO, è dettato da un presupposto che non dovrebbe mai passare come definitivamente acquisito. E’ grazie al sacrificio della vita dei tanti partigiani che, contrastando l’avvento nazifascista, ha permesso all’Italia di divenire una Democrazia Parlamentare e grazie ad alcuni di Essi abbiamo la nostra Costituzione, non a caso definita la più bella del mondo, ed un partigiano è
stato il più amato Presidente della Repubblica Italiana, Sandro Pertini.
Nel mio intervento, in occasione della riunione dei Capigruppo che ha preceduto la seduta consiliare di Lunedì 15 aprile 2019, nell’esprimere il mio favorevole parere, ho anche sottolineato e ribadito che il Consiglio Comunale, nella sua sede naturale, è la massima espressione locale della volontà democratica popolare e che la presenza dell’ANPI negli stessi locali non può che ricordarcelo.
Confermo, dunque, a gran voce, il mio parere favorevole, affinché l’ANPI abbia una sede simbolica all’interno di Palazzo VII Aprile. Come afferma Pino Nilo “E’ doveroso dare una casa ai partigiani e agli internati militari italiani su cui abbiamo raccolto in questi anni tantissimo materiale, che merita di essere visionato e conosciuto dai nostri concittadini”.
E’doveroso concedere, con la massima urgenza, un locale simbolico che promuova i valori di Libertà e Democrazia alla base della Costituzione Repubblicana.

ALDO RODRIQUEZ

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