Ma che umanità è? Ma come siamo diventati?

Tutto e’ “social”, tutto è’ spettacolarizzazione. Pure il dolore. Pure le atrocità. Pure i morti. Così nell’era in cui non si parla più se non attraverso whatsup, messanger e altre diavolerie varie, quando non si sa più cosa postate si postano le foto dei morti nel mediterraneo, di bimbi, uomini e donne. E chi posta le foto, vedi un po’, sono gli stessi che di questa tragica immigrazione ne hanno fatto un buonismo stupido e irriverente oltre che un business per strutture in perdita costante.
E’ stato pure violentato quel senso di rispetto che dovrebbe esserci innanzi alla morte. Specie se questa morte giunge in condizioni assurde per mano di scafisti aguzzini che nessuno tocca che nessuno cattura, che nessuno punisce.
Nessuno si e’ mai preoccupato, mentre postava la foto dei morti, che il futuro a quei bimbi e’ stato rubato, e’ stata tolta loro la facoltà di vedere cosa ancora il mondo potesse offrirgli… Tutto diventa spettacolo. Uno spettacolo, però, che descrive bene la società di oggi.
Una società che si prende beffa del rispetto, della carità, dei sentimenti e di tutto ciò che dovrebbe esser nobile.
Ma la società siamo noi.
Ognuno con le proprie responsabilità.
Sempre più cinici, distanti dal cuore. Chi più chi meno.
Poi ci sono le perle rare. Quelle che con dignità osservano, soffrono e nel silenzio assoluto porgono la mano a chi e’ in difficoltà. Senza luci della ribalta, senza postare link.
Perché c’è chi ancora,per fortuna, sa che la vita e’ altro.
Lontano dai social, lontano dai tweet, lontano dai whatsup.
Vicini alla parola.
ROSSANA TITONE

di ROSSANA TITONE

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