PIETRO RALLO, EX GIOCATORE DEL MARSALA, OGGI AVREBBE COMPIUTO 80 ANNI

Salvatore Lo Presi ricorda PIETRO RALLO – Avrebbe compiuto 80 anni proprio oggi, 7 febbraio. Pietro Rallo è stato uno dei migliori difensori marsalesi nella storia dello Sport Club Marsala. Cresciuto nell’Olympia di donn’Andrea, autentica fucina di campioncini dove ha giocato dal 1957 al 1960 (senza trascurare di dare una mano al panificio di famiglia) , prima di passare alla Fulmine e quindi allo Sport Club Marsala, Pietro Rallo si è distinto per la tecnica e l’eleganza con cui dominava la fascia destra del campo.
Esordì in Serie C nel Marsala nel finale del campionato 1962/63, lanciato da Bastiano Gandolfo che aveva sostituito l’esonerato Ottorino Dugini, inanellando 4 presenze. Ma fu nei quattro tornei successivi che si impose, disputando complessivamente altre 93 partite (50 in Serie C – sotto Bacigalupo e Corradi – e 43 in Serie D).
Nella mente e nel cuore dei tifosi azzurri è rimasto per la sua eleganza, la sua velocitò e la sua correttezza. Unico suo rammarico il fatto di non essere riuscito a far gol, almeno in Serie C.
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Pezzo tratto dal libro su Donn’Andria che avrai sicuramente
Episodio raccontato da Pietro Rallo, nato a Marsala il 7.02.1943. Ha giocato nell’Olimpia dal 1957 al 1960.
<Quando avevo soltanto 14 anni, purtroppo, venne a mancare mio padre. La sua prematura scomparsa ha certamente accresciuto le difficoltà economiche in cui già versava la mia famiglia. Era l’anno 1957 e  Il tenore di vita di quel periodo era per tutti quanti molto modesto. Non era ancora il tempo del Boom economico quando, in ogni casa, cominciarono ad entrare, uno dopo l’altro, elettrodomestici quali frigoriferi, televisori, lavatrici,
telefoni, auto e altre comodità oggi indispensabili per ogni essere umano vivente.
Per cui era fondamentale continuare il lavoro che mio padre aveva intrapreso. Si trattava di un’attività artigianale di un forno a legna per la produzione del pane. Attività, ora come allora, molto impegnativa e faticosa. Mia madre e mia sorella maggiore mandavano avanti quell’attività con molti sacrifici. Mio fratello era impegnato con gli studi, praticava già l’atletica leggera ed inoltre collaborava attivamente con l’associazione A.C.L.I.
della quale, tempo dopo, divenne presidente.
Quindi nessuno in famiglia voleva coinvolgerlo in altre responsabilità.
Proprio nel periodo in cui mio padre ci lasciò io avevo da poco conosciuto la gioia che il gioco del calcio può dare, quando lo si ama come io l’amavo. E’ stato, perciò, necessario, oltre che doveroso, scendere a patti con la mia famiglia. Convenimmo che anch’io avrei contribuito al lavoro, durante le fasi di preparazione dell’impasto, cioè per ben due riprese ogni notte.
In cambio ottenni che avrei potuto continuare a sognare di realizzare il mio desiderio. Giocare al pallone, possibilmente nella squadra giovanile dell’Olimpia, dove già altri miei conoscenti avevano assaporat o
momenti di vera gloria. Il miracolo si è compiuto poco tempo dopo quando, inaspettatamente, alla biglietteria di un noto cinema di Marsala (il Bellini oggi fuori esercizio) mi sono trovato davanti, in carne ed ossa,
proprio lui,Don Andrea Parrinello.
La domanda che mi ha fatta è stata semplicemente se ero disposto a giocare nell’Olimpia. Quell’uomo, a mia insaputa, mi aveva già adocchiato, evidentemente credeva nelle mie possibilità. Non è difficile immaginare la risposta che gli ho data. La sua guida e i suoi insegnamenti, non solo calcistici, hanno fatto sì che quei quattro anni trascorsi in quella squadra, sono stati i migliori della mia vita, compresi quelli successivamente
giocati nella prima squadra del Marsala 1912>.
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