Quale destino per le ex province?

Annunciata e attesa come una vera rivoluzione, l’abolizione delle province siciliane si è rivelata alla fine un grande bluff, dai risvolti anche drammatici. A farne le spese, manco a dirlo, i lavoratori delle ex province che a causa dei continui tagli alle risorse finanziarie rischiano di non vedersi pagare gli stipendi. Anche i servizi ai cittadini, da quelli destinati ai diversamente abili, passando per strade e scuole, rischiano di non essere garantiti. “Da due anni gridiamo che saremmo arrivati a questo dramma, tra il silenzio assordante della politica regionale” ha denunciato il vice presidente regionale di Anci Sicilia, Paolo Amenta. Liberi consorzi e città metropolitane avrebbero dovuto sostituire la vecchia organizzazione provinciale della regione ma finora la “grande” svolta annunciata Governatore Crocetta non ha fatto altro che mostrare i suoi limiti. Le ex province, una proroga dopo l’altra, sono commissariate da mesi e ormai a un passo dal dissesto. Le ex province rischiano il fallimento nel 2016, un rischio concreto sottolineato dai nove commissari alla guida degli altrettanti Liberi Consorzi che si rivolgono a Crocetta in cerca di risposte e aiuto. Manlio Munafò, commissario della città metropolitana di Palermo qualche giorno fa a sottolineato “Sono diminuiti i trasferimenti da Stato e Regione, e le entrate dei tributi sono insufficienti a garantire l’equilibrio. Io a Palermo ho dovuto ridurre l’attività di sostegno agli studenti portatori di handicap. Ma se non si interviene si arriverà a procedure di predissesto e dissesto che rischiano di coinvolgere anche il personale. A partire dalle partecipate”. Col fiato sospeso ci sono oltre 6 mila lavoratori che aspettano di scoprire quale mossa ha in serbo il Governo Regionale per salvaguardare il loro futuro.

di Caterina Passalacqua

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