Una ricerca stabilisce che in UE le leggi non assicurano la piena sicurezza e supporto a chi gioca d’azzardo

  • Una ricerca stabilisce che in UE le leggi non assicurano la piena sicurezza e supporto a chi gioca d’azzardo

Lo scorso luglio 2018 il governo italiano ha varato il decreto dignità, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale in agosto, che ha sancito (tra i vari provvedimenti) lo stop di pubblicità e sponsorizzazioni per il settore del gioco d’azzardo. Gli addetti ai lavori, gli operatori del gambling piuttosto che le società in affari con essi, si sono espressi fortemente a sfavore della decisione contrapponendo la tesi che la pubblicità sia in realtà strumento essenziale per discernere il gioco lecito da quello illegale, precisando che l’Italia è l’unica realtà europea ad aver agito in maniera così netta nei confronti del gioco d’azzardo. Questo però è stato possibile in quanto è assente in Europa una legislazione unica in materia di gaming, esistono delle linee guida che però lasciano molto liberi gli Stati membri di regolarsi nel modo ritenuto più giusto.

  • Le linee guida della Commissione Europea

Il Belpaese ha espresso un provvedimento che è un unicum nel quadro legislativo europeo, ma è il linea con quanto descritto nella Commission Recommendation del 14 luglio 2014, una raccolta di linee guida formulate dalla Commissione Europea per orientare le legislazioni nazionali e fornire una serie di criteri base per assicurare la prevenzione dei minori e la protezione dei giocatori dall’azzardo. Recentemente la Egba, European Gaming and Betting Association, ha finanziato un sondaggio che è stato realizzato dalla City University of London nel quale si confrontano le legislazioni nazionali dei vari Stati membri dell’UE con le raccomandazioni del 2014. La prima cosa da dire a riguardo è che l’unico paese totalmente aderente a quei principi si è dimostrato essere la Danimarca, le tante declinazioni legislative degli altri Stati, invece, hanno generato uno scenario eterogeneo di provvedimenti diversi e norme assenti che espongono a rischio i giocatori, un’assenza di uniformità che espone a vari rischi i cittadini.

  • La ricerca dell’Egba

Lo studio titolato “Consumer protection in EU online gambling regulation”, tutela dei giocatori e regolazione del gioco d’azzardo online nell’Unione Europea, afferma in sintesi:

  • 25 paesi prevedono che per poter giocare ci si debba iscrivere con un account di gioco. Solo 22 paesi prevedono un iter di verifica dell’identità fornita dal giocatore.
  • Per ogni paese esiste una soglia minima di età per poter giocare, solo per 22 paesi la soglia minima è fissata ai 18 anni di età, per 13 paesi vi è l’obbligo di segnalare il limite dell’età anche durante le pubblicità.
  • 23 paesi prevedono l’opzione dell’autoesclusione da parte del giocatore, 14 tengono memoria di questi esclusi in un registro nazionale ma nessuno comunica direttamente questi dati al servizio sanitario nazionale oppure a enti di aiuto per questi casi.
  • La situazione italiana

E l’Italia del decreto dignità? Possiamo definire che ben figura in questo studio dell’università londinese (qui è possibile accedere all’intero elaborato). Il nostro paese è in linea con gli obiettivi europei, per giocare sui portali aventi licenza bisogna registrare un account anche se i nostri tempi di verifica, effettuati tramite Agenzia dogane e monopoli, ammontano a 30 giorni. Anche l’Italia concede la possibilità dell’autoesclusione da parte del gambler, costui può uscire dal gioco per 30, 60, 90 giorni o per sempre. Come tutti gli altri paesi che hanno l’autoesclusione, però, anche in Italia si può richiedere di ritornare in gioco ma non prima di un periodo di stop di 6 mesi. Inoltre le società che operano nello spazio tricolore possono sospendere per giusta causa i giocatori che effettuano frodi o palesano disturbi. Infine non dimentichiamo che l’Italia è anche l’unico paese ad aver eliminato la pubblicità e le sponsorizzazioni per il gioco su  qualsiasi piattaforma, un provvedimento di cui ancora non si può misurare la validità ma che spiega eloquentemente quale sia l’atteggiamento del governo nostrano riguardo la prevenzione dei minori.

  • Il dibattito interno all’Europarlamento

Questa ricerca offre una panoramica generale sulle diverse realtà nazionali che sono abbastanza diverse tra loro, ne emerge una situazione frastagliata che non garantisce la sicurezza del giocate. Oggi l’azzardo online avanza rapidamente, sempre più giocatori sono attratti dall’offerta digitale, casinò e slot sono disponibili da un semplice smartphone e gli operatori del mercato puntano molto su questo settore che attrae i giovani, di fronte a questo l’UE dovrebbe offrire una legislazione precisa e non una linea guida non vincolante. L’attuazione doveva avvenire nel 2017 ma così non è stato, dall’Europarlamento è stata inviata qualche critica alla Commissione per questa assenza normativa. L’eurodeputato Ivan Cătălin, dalla Romania, ha recentemente inviato questa interrogazione ai colleghi della Commissione: “Dispone la Commissione di informazioni relative all’impatto economico e sociale del gioco d’azzardo nell’Unione Europea? Quali misure sono state prese a livello europeo per combattere gli effetti nocivi del gioco d’azzardo? Sono state adottate leggi nazionali in risposta a questi problemi?”.

Gli ha risposto Elzbieta Bienkowska, Commissario europeo per il mercato interno, l’industria, l’imprenditoria e le piccole e medie imprese: “Nonostante l’esistenza di alcuni studi sul gioco d’azzardo problematico, è generalmente riconosciuto che è difficile valutare la diffusione dei disturbi di gioco e il loro impatto economico e sociale. Non esiste una legislazione UE specifica per settore del gioco. Gli Stati membri sono liberi di regolamentare le attività di gioco purché siano in linea con le norme sul mercato interno stabilite dal Trattato e interpretate dalla Corte di Giustizia dell’UE”. Insomma, tutto è legato alla volontà dei membri dell’unione quindi la natura non vincolante delle raccomandazioni del 2014 ha generato un diverso livello di protezione dei giocatori a seconda del paese in cui si trovano. Una questione che, dice il Segretario Generale Egba Maarten Haijer, va affrontata poiché: “Poiché il gioco d’azzardo online, in Europa, è regolamentato su base nazionale, il livello di protezione dei consumatori fornito ai giocatori varia a seconda di dove risiedono nell’UE e questo è del tutto inadeguato per quello che è un settore digitale intrinsecamente senza confini”.

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