PROTESTANO GLI ABITANTI DEL VILLAGGIO SAPPUSI DI MARSALA

Sono stanchi ma non vogliono rinunciare a combattere. A rischio c’è la loro salute e quella dei loro figli. Per questo motivo, delle famiglie resi-denti a pochi passi dall’isola ecologica di Sappusi, da quando la stessa è stata istituita a pochi passi dalle palazzine, protestano e si rivolgono alle autorità e all’amministrazione affinchè si trovi una diversa ubicazione per i cassonetti. Hanno istituito un comitato, hanno raccolto oltre 150 firme, si sono rivolti all’ex sindaco, agli assessori competenti, al commissario, ai consiglieri, alla stampa, ai dirigenti, ai vigili urbani, al Prefetto, all’ufficio igiene di Trapani. A tutti. Il risultato è che a oltre sei mesi dall’inaugurazione della suddetta isola, le cose non sono cambiate. Ogni giorno è una battaglia nuova per queste famiglie costrette a convivere con odori nauseabondi e a respirare aria insalubre. “Le finestre della mia cucina si affacciano sull’area destinata all’isola ecologica – ci spiega una signora che abita a pochi metri dall’area “incriminata” – d’estate l’odore è insopportabile e siamo costretti a vivere con gli infissi chiusi”. “Non è una situazione sostenibile, ne va della nostra salute. Chiediamo solo che venga al più presto spostata” – spiega la donna che parla a nome di tutte le famiglie della zona. Un giro per le sei isole ecologiche ubicate nei tre più popolosi quartieri popolari (Sappusi, Via Istria, Amabilina) svela che la situazione anche negli altri centri di raccolta della città non è molto più felice. È facile trovare oggetti ingombranti abbandonati negli spazi destinati alla differenziata, bidoni per la raccolta di carta, vetro e plastica utilizzati per disfarsi dell’RSU, cassonetti colmi di sacchetti della spazzatura (spesso accumulati anche a terra) che diventano cibo per gatti e cani randagi. La disperazione ha però portato anche gli uomini a rovistare dentro le buste abbandonate, in cerca di vestiario, scarpe o qualcosa da mangiare. Si tratta spesso di extracomunitari, ma non sono rari i casi che vedono protagonisti di questa disperata ricerca anche cittadini marsalesi. Le isole ecologiche, dunque, invece che incentivare la raccolta differenziata e venire incontro alle esigenze di questi popolosi quartieri, sono diventate luoghi di estremo degrado, zone franche per chi non intende seguire le regole della raccolta porta a porta, ancora di salvezza per i numerosi indigenti che, abbandonati al loro destino, cercano nella spazzatura un modo per andare avanti.

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